Nonna, nonna che orecchie grandi hai! E' per ascoltarti meglio

domenica 30 novembre 2008

Guardare fuori


Canto la città frantumata, che si riflette nel fango dello sterrato, canto i cubi plumbei in costruzione nell'orizzonte contratto, sospesi alle gru, canto le cartacce nel rivo di scolo, le auto incolonnate per non arrivare, canto la vetrata illuminata e chi ci sta dietro, canto i passi silenziosi sul marciapiede, canto chi rincasa da solo, e chi sta fuori, canto la pioggia che lava via le ombre, canto lo scatto nervoso, il vaffanculo, canto il latte comprato di corsa, canto i tetti piatti, e i profili gialli, canto i prismi trasparenti, le torri insensate, canto le finestre chiuse, le case private, canto le luci, il sonno e la paura, canto i cieli gialli nell'ora dei lampioni, canto i cieli di biacca, canto i cieli violetti, nello stupore del sole, canto la fine che arriva, e che ti accompagna, canto che chiama, canto il rombo della tangenziale, canto di lei con le borse, alla fermata dell'autobus, canto l'inganno degli alberi. Canto il cielo come un coperchio, il gomitolo di strade, la città vecchia e le città terribili. Canto la bellezza, lacerata e ingombra, e incomprensibile.
Canto che scende, con l'acqua, nel canale.

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