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domenica 9 novembre 2008

CHI SONO

Mi chiamo Carlotta, che è un bel nome, ereditato da una nonna che però tutti chiamavano Carolina, inappropriato come diminutivo, considerata mia nonna. Sono nata in una città di provincia al limite occidentale della conurbazione padana, in anni in cui la provincia era provincia davvero e non ci succedeva niente, o almeno niente che io fossi in grado di vedere, e non c’era nemmeno internet per collegare la propria solitudine al vuoto, c’era il vuoto e basta. Così ho deciso di venire a vivere al limite opposto, della conurbazione padana medesima, in una città che si chiama Venezia e di cui molti dicono bella ma io non ci vivrei mai, invece io sì che ci avrei vissuto. Invece no, il mercato immobiliare mi ha presa, masticata e sputata a Mestre, città in cui, pure, nessuno vorrebbe vivere e in cui molti vivono tuttavia, così come spesso si vive, senza farci troppo caso.


Cose che mi piacciono. Moltissime in verità, materiali e spirituali, con una decisa propensione per quelle che fanno ridere. Ultimamente, per essere sincera, mi succede che le cose belle mi facciano piangere, ma quel piangere lì è quasi come se fosse un ridere e non conta. Ho sempre sognato che qualcuno mi domandasse qual è il mio scrittore preferito. Il mio scrittore preferito è Stendhal.

Musica: Mi interessa tutta. Mi piace non tutta, ma se arriccio il naso è più per i singoli prodotti che per i generi. Propendo per: il blues, il jazz, l’opera, Bach, la musica del Seicento, tutto quello che viene suonato con il violino. Ho la tendenza a farmi ipnotizzare dalle variazioni

Cose intelligenti che ho fatto: Cambiare lato della conurbazione; telefonare a mio cugino Alessandro; rileggere Guerra e Pace senza saltare le digressioni sulla filosofia della storia

Cose stupide che ho fatto: innumerevoli, ma si riassumono tutte nell’aver deciso a vent’anni che ormai i giochi erano fatti e non sarebbe servito a nulla fare alcunché

La cosa più orribile che ho fatto: Sono andata per dodici giorni a Parigi, chiudendomi la porta alle spalle e dimenticandomi il criceto a casa da solo (la seconda cosa più orribile che ho fatto però è molto meno orribile)

Il posto più bello dove sono stata: Sahara marocchino, tutto il resto viene dopo.

Studi: laurea in lettere a indirizzo artistico, cioè in storia della musica, cioè sarei un musicologo, pensa te

Cose che apprezzo nelle persone: il senso dell’umorismo, anche qua tutto il resto viene MOLTO dopo

Difetti: dispersività, una certa tendenza a rimuginare, solitudine (sì, è un difetto), scarso senso del decoro, o peggio, della decenza, audacia fino alla totale noncuranza di sè

Professione: vediamo un po’: con quella laurea, avendo deciso a vent’anni che i giochi erano fatti…?

Età: Che tasto. Che ridicola compulsione a sviscerare. Diciamo che a teatro mi affiderebbero più facilmente il ruolo di Ecuba che quello di Cassandra, ma bisogna tenere conto che a quel tempo in Asia minore, col passaggio dal mito al logos c’era un sacco da fare, si invecchiava prima, ci si sposava appena puberi. Ieri ero in coda dal medico e una signora ha detto: “Tocca a quella ragazza”. Indicava me.

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