Nonna, nonna che orecchie grandi hai! E' per ascoltarti meglio
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Nonna, nonna che orecchie grandi hai! E' per ascoltarti meglio
Per cominciare, che se no…
Significa esitazione. Perché è una bella parola, e una bella condizione. Significa stare ancora un po’ sulla soglia, prendere tempo, sottrarsi a quel patetico martellare del sangue che chiamiamo opinione.
L’esito dell’esitazione non si sa, sia chiaro. Non è sempre detto che evolva in una scelta, può anche fermarsi lì, raccogliersi in se stessa e stare.
L’esitazione gode di pessima stampa: evoca l’ignavia, la tepidezza, la codardia e via via, per gradi contigui, giunge a richiamare l’appeasement e il genocidio misura del male nella storia. Evoca un pensiero, più che debole, malaticcio, e insieme la ferita mai cicatrizzata di quando hai chiesto a qualcuno se ti amava e quel qualcuno non ha risposto subito, ha esitato. Evoca la battuta che avrebbe fatto così effetto durante la cena e invece ti viene in mente sulle scale, mentre ti stai abbottonando il cappotto consapevole che mai più ti sarà data una simile opportunità di brillare.
E’ dura essere degli esitanti, eppure ci vogliamo provare. Esitanti per scelta o per destino, per etica, per attitudine, per difetto di velocità, non importa, quel che conta è tenersi stretto quel piccolo, luminoso momento in cui non abbiamo ancora detto niente.
3 commenti:
io, ballare proprio no
cantare, al karaoke me la cavavo. una volta ho anche vinto, in piazza a moena, con "alta marea" di venditti. pensa te. ed ero sobrio. quasi, diciamo
ciao
s
Alta marea? Venditti? Karaoke? non finirai mai di stupirmi :-)
ma sì, era una sera di tre anni fa, luglio, quelle feste di paese col palco. e avevo tanta di quella tristezza dentro, come adesso direi o quasi. ho poca voce perché ho la cassa toracica di un passerotto, ma sono intonato assai
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